VILLA CASINO

“Se ci fosse ancora lo zio Benny sarebbe tutto meglio”. Questa è la frase che avrà ripetuto migliaia di volte il signor Manlio, proprietario di Villa Casino, una casa putrescente piena di oggetti, soprattutto risalenti al Ventennio.

A ogni modo ciao Scheletrine e Scheletrini, quindi ora andiamo a saperne di più.

Vista dall’esterno, a questa casa non si darebbe manco un centesimo, ma una volta superate le barriere crollate, inizia la sorprendente magia, perché si viene accolti da un affascinante caos che regna all’interno di ogni stanza.

Si cammina letteralmente tra migliaia di oggetti e rifiuti che fanno pensare l’improvviso abbandonato, forse per decesso dei proprietari o forse per il loro trasferimento altrove.

Non si sono infatti manco presi la briga di portare fuori la spazzatura accatastata nei sottoscala e in cantina, su cui il soffitto è lì lì per crollare poiché pregno d’acqua e umidità.

Un mondo di collezioni

Oltre a centinaia di riviste e manifesti inerenti al Ventennio, mi sono sono imbattuta in numerose collezioni, tra cui VHS, DVD (anche vietati ai minori di 18 anni in lingua italiana e francese), fumetti di Topolino (molti ancora incellofanati) e libri di Pisellino (tra cui quello intitolato Il Flauto di Pisellino, che lascia tantissimo spazio a doppi sensi e malizia).

Per chi non lo sapesse, Pisellino è un simpatico pulcino/uccellino di colore verde protagonista di tanti fumetti e racconti degli anni Quaranta. Vi metto una sua immagine qua sotto.

Tutto rimasto all’epoca degli anziani proprietari

Rovistando tra le migliaia di oggetti, ho trovato la carta d’identità dei proprietari nati negli anni Trenta, i quali si sono lasciati cullare dai ricordi, tanto da non volerne buttare manco uno.

Avendo un padre più o meno di quell’età (è nato nel 1942), comprendo appieno il loro pensiero; ogni cosa ricorda loro un episodio oppure una persona scomparsa e guai liberarsene.