Ciao Scheletrine e Scheletrini! Se pensate che la Sardegna sia stata solo un’isola felice fatta di spiagge bianche e acqua trasparente
vi sbagliate di grosso, perché qui è ancora presente un lato oscuro chiamato Rizzeddu.
Anche se la maggior parte di questa imponente struttura e i rispettivi dintorni sono stati riqualificati, nella parte finale è presente
un edificio abbandonato nascosto da un imponente portone di legno che presagisce qualcosa di davvero inquietante: il padiglione maschile abbandonato.
Una volta varcato il pesante portone si viene accolti da una folta vegetazione che nasconde un edificio pericolante al quale si entra senza troppa difficoltà.
Durante l’esplorazione al primo piano siamo stati accompagnati da un insistente scroscio dovuto ad una perdita d’acqua da un tubo rotto.
Il Rizzeddu è stato uno dei manicomi più grandi della Sardegna: è stato inaugurato nel 1904 e prende il nome dalla zona in cui si trova.
Negli anni 50, ossia nel pieno svolgimento della sua attività, è arrivato ad ospitare fino a 1200 pazienti, che venivano sottoposti alle cure più crudeli
come elettroshock, sedazioni, etc.
I pazienti si distinguevano in tranquilli, agitati e sudici, appellativi successivamente abbandonati.
Questo manicomio ha continuato la sua attività fino al 1998, poi la maggior parte dei suoi edifici sono stati riqualificati per diventare
distretti sanitari, ambulatori, un viale, una caserma, due licei e la nuova sede dell’INPS.
Non è grande come i manicomi che ho visitato, ma le sue mura ammuffite trasmettono grande inquietudine e angoscia.
La star del Rizzeddu è un lettino con vicino una flebo ancora piena, magari è solamente un allestimento
realizzato da qualche urbex, ma è davvero ben riuscito.
Questo posto è stato nella mia lista di luoghi abbandonati da visitare per molto tempo e finalmente grazie a Daniele di Sardinia Urbex sono riuscita ad esplorarlo.
Ma il mio caro compagno di esplorazioni urbane mi ha riservato una bella sorpresa: una breve visita al vicino sanatorio, un tempo utilizzato per curare la tubercolosi.
E’ stato fondato nel 1931 e rimase attivo fino agli anni 90, quando diventò un ambulatorio.
Attualmente molte camere e la cappella vengono utilizzati come depositi di tutto il materiale che non serve più e degli archivi.
Se volete vedere le foto del Rizzeddu cliccate qui
Entrare nella parte vecchia del Rizzeddu è molto facile, basta solo stare attenti a non farvi beccare dagli inservienti della parte ancora attiva. That’s it!
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