Ciao Scheletrine e Scheletrini! In questa esplorazione vi porto al Grand Hotel Boarezzo, un bellissimo albergo abbandonato situato in montagna.
Il Grand Hotel Boarezzo veniva anche chiamato Albergo Pianbello e venne costruito negli anni 20 da Giovanni Chini, architetto chiamato l’artista del cemento per via della sua bravura: ha persino decorato la galleria della Stazione Centrale di Milano e la Stazione Marittima di Genova.
Attualmente i suoi discendenti sono i proprietari della struttura.
L’albergo ha 3 piani, aveva 70 camera e la sala da pranzo poteva ospitare più di 200 persone.
Al piano terra c’era il garage (ora divenuto legnaia) oltre a campi da bocce, tennis e sala biliardo.
L’albergo raggiunge il massimo splendore negli anni Trenta, quando le sue camere erano sempre piene e andare a Boarezzo da Milano era considerata una vera e propria vacanza visto che i turisti dovevano prendere il trenino che li avrebbe portati a destinazione.
Alla scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trasferì qui da Bologna la Ducati, che produceva trasmettitori radio e proiettili.
I Fratelli Ducati vennero accusati di collaborare con i nazisti e i dipendenti bruciarono i documenti sul monte Pianbello.
Successivamente la ditta venne trasferita a Milano dove iniziò a produrre le moto che tutti conosciamo.
Al termine della guerra l’albergo cominciò a conoscere il declino per il cambiamento delle mode vacanziere stavano, visto che le persone preferivano andare al mare piuttosto che in montagna e venne chiuso definitivamente negli anni Settanta.
Ancora oggi si possono ammirare le meravigliose decorazioni murarie delle camere e i vecchi materassi rivestiti con paglia.
Gli edifici adiacenti al Grand Hotel Boarezzo ospitavano i dipendenti della Ducati e il personale dell’albergo.
L’arredamento interno è tipicamente anni Settanta e prevale il colore arancione.
Se volete vedere le mie foto cliccate qui
Il Grand Hotel Boarezzo e gli edifici adiacenti sono sorvegliati dal signor Osvaldo, persona molto disponibile e gentile.
Prima di entrare vi consiglio di cercarlo e avvertirlo. Se l’articolo vi è piaciuto, condividetelo sui vostri social e diffondete il verbo della Maletita.
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